SI paga la nettezza urbana in un immobile non abitato?

Si paga la nettezza urbana in immobile non abitato?

C’è da versare la Tari per un immobile mai frequentato? Dipende se è arredato e le utenze sono allacciate. Ecco quando c’è l’esenzione.

Si può pagare una tassa per un posto in cui non si abita? Certamente. Il solo fatto di possederla fa reddito e, quindi, già va tassata solo per quello. In più, c’è l’Imu, che anche in questo caso va versata per il solo fatto di possedere l’immobile. Ma che succede con la Tari? Per una casa disabitata si paga la spazzatura?

Può sembrare ridicolo, in effetti, dover pagare al Comune un tributo per l’immondizia che non si produce in un’abitazione in cui non c’è mai nessuno. Il problema è dimostrare che, effettivamente, in quei locali non c’è anima viva durante l’anno. Solo così si può pretendere l’esenzione dal versamento della Tari.

Va detto che la normativa in vigore non solo prevede delle esenzioni ma anche delle riduzioni della Tari. Come vedremo tra poco, ci sono delle situazioni in cui i Comuni devono applicare delle tariffe più basse. Può accadere, ad esempio, quando il cittadino abita in una zona in cui non viene effettuata la raccolta dei rifiuti perché ci sono dei contenitori vicini oppure per le abitazioni occupate da una sola persona.

Nel caso della casa disabitata si paga la spazzatura? E come si fa a dimostrare che, in effetti, non ci abita mai nessuno?
Tari: quando c’è la riduzione?
La Tari, o tassa sui rifiuti, si paga quando un contribuente possiede o detiene a qualsiasi titolo dei locali o delle aree suscettibili di produrre dei rifiuti urbani. Significa che, in caso di locazione, anche l’inquilino la deve versare in quanto utilizzatore dell’immobile, a meno che si tratti di un affitto di durata inferiore a sei mesi; in questo caso a pagare è il proprietario.

La tariffa è calcolata sull’anno solare e fa riferimento alla superficie dei locali o delle aree. Deve essere obbligatoriamente ridotta:

  • dove non viene fatta la raccolta dei rifiuti per via della distanza dal punto di raccolta più vicino: la tassa dovuta non deve essere superiore al 40% della tariffa;
  • dove non viene svolto il servizio di gestione dei rifiuti o dove viene svolto in violazione della disciplina di riferimento o, ancora, nei luoghi in cui c’è un’interruzione del servizio per motivi sindacali o per ragioni organizzative che abbiano causato un danno: la tassa dovuta non deve essere superiore al 20% della tariffa;
  • dove viene effettuata la raccolta differenziata: la riduzione viene determinata dal singolo Comune.

Esistono altre riduzioni facoltative che possono essere attuate su abitazioni:

  • con un unico occupante;
  • a disposizione per uso stagionale o ad utilizzo limitato e discontinuo;
  • occupate da chi vi ha la residenza o la dimora all’estero per più di sei mesi;
  • locali diversi da abitazioni ed aree scoperte ad uso stagionale o non continuativo ma, comunque, ricorrente;
  • fabbricati ad uso abitativo.

Tari: quando c’è l’esenzione?
Oltre alle riduzioni obbligatorie e facoltative, ci sono anche delle esenzioni, cioè dei casi in cui la Tari non va pagata. Succede per:

  • parti condominiali non utilizzate in esclusiva (il cortile, le scale, ecc.);
  • i locali in cui, oggettivamente, non è possibile produrre dei rifiuti, come ad esempio una cantina;
  • i locali in cui, per determinate circostanze temporali, non è possibile produrre dei rifiuti.
    E poi c’è anche la casa disabitata. Sia il ministero dell’Economia sia la Cassazione hanno stabilito che l’immobile residenziale in cui non abita nessuno è esente dal pagamento della Tari, almeno se risulta disabitato nel periodo dell’accertamento.

Tari: come dimostrare che la casa è disabitata?

Attenzione, però. Per dimostrare che una casa è disabitata non basta non rispondere al campanello quando qualcuno suona. Per immobile inoccupato si intende quello che non ha le utenze, cioè i contatori di luce, acqua e gas allacciati alla fornitura, e che non ha nemmeno gli arredi essenziali per poterci abitare (il letto, le sedie, ecc.).

Paga la Tari, dunque, chi ha una seconda casa in cui non ci mette mai piede ma nella quale risultano attive le utenze o ci sono gli arredi minimi per poterci abitare. Se poi non la utilizza, è un altro problema. Ma con la presenza di utenze e arredi scatta la presunzione semplice che porta a dedurre l’occupazione dell’immobile.

Non paga la tassa rifiuti, invece, chi, ad esempio, ha ereditato o ha acquistato una casa ma deve ancora ristrutturarla o sistemarla, i locali sono vuoti e le utenze non sono allacciate. In questo caso, il proprietario verserà la Tari solo per l’immobile in cui risiede effettivamente o per altri di sua proprietà che frequenta o che sono, comunque, abitabili.

Avv. Federico Bocchini

Federico Bocchini

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